Nel 60° anniversario di Pacem in terris l’invito a sperare nell’uomo
Salutati / 12 Aprile 2023

Oggi 11 aprile 2023 ricorre il 60° anniversario dalla pubblicazione di Pacem in terris, l’enciclica di San Giovanni XXIII «sulla pace fra tutte le genti», e papa Francesco ha preso spunto da questo anniversario per rivolgere il suo annuale discorso ai membri del Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Alla luce del fatto sempre più evidente di essere in presenza di una «terza guerra mondiale di un mondo globalizzato, dove i conflitti interessano direttamente solo alcune aree del pianeta, ma nella sostanza coinvolgono tutti», papa Francesco ha ricordato che la pace è possibile alla luce di quattro beni fondamentali: la verità, la giustizia, la solidarietà e la libertà, capisaldi che regolano sia i rapporti fra i singoli esseri umani che quelli fra le comunità politiche. Citando espressamente Pacem in terris ha sottolineato che costruire la pace nella verità significa anzitutto rispettare il «diritto all’esistenza e all’integrità fisica» (PT 6) di ogni persona, alla quale va garantita la «libertà nella ricerca del vero, nella manifestazione del pensiero e nella sua diffusione» (PT 7). Tali diritti richiedono che «i poteri pubblici contribuiscano positivamente alla creazione di un ambiente umano nel quale a tutti i membri del corpo sociale sia reso possibile…

La transizione ecologica
Salutati / 7 Febbraio 2023

Questo post si inserisce nella serie inaugurata da The Governance of Change: at a time of ecological transition. Open Ethical Questions Raised by Laudato sì Nel XVIII secolo si verifica un vero e proprio cambiamento di paradigma quando lavoro e produzione diventano dimensioni sempre più centrali nella società. A. Smith descrive individui che si gettano nel lavoro, ossessionati dal raggiungimento della più grande produzione possibile, al prezzo più basso possibile (F. Taylor, 1911). Da questo momento in poi la crescita del Pil diventa centrale. Tuttavia già negli anni ‘70 del ‘900 era chiaro che concentrare tutta la preoccupazione su livelli sostenuti di crescita del Pil nascondeva quanto avveniva a livello della qualità della vita e dell’ambiente. Sull’argomento è in anticipo su tutti l’enciclica di Paolo VI sullo sviluppo del 1968 Populorum progressio. Nel 2008, la Commissione Grenelle de l’environnement coagulò consenso sull’idea che la soluzione della crisi ecologica fosse la via ideale per risolvere la crisi socio-economica. Economisti quali J. Stiglitz, A. Sen e J.P. Fitoussi nel Rapporto della Commissione del 2009, denunciano espressamente l’inadeguatezza del Pil come misura dello sviluppo economico evidenziando che: «Siamo quasi ciechi quando le metriche su cui si basa l’azione sono mal progettate o quando…

I rischi di una nuova crisi del debito estero come negli anni ‘80
Salutati / 13 Gennaio 2023

Nel corso degli anni ‘70 del secolo scorso si verificarono due importanti crisi energetiche legate al petrolio. La prima nel 1973 a seguito della guerra arabo-israeliana del Kippur, la seconda nel 1979 a seguito della rivoluzione islamica in Iran e della guerra tra lo stesso Iran e l’Iraq di Saddam Hussein del 1980. In particolare, la congiuntura degli anni ‘79-’80 mise in moto un ulteriore fenomeno di crisi legato al debito internazionale dei paesi poveri che, come quasi tutti gli altri paesi dipendenti economicamente dalle importazioni petrolifere, si trovarono improvvisamente in uno scenario economico radicalmente cambiato che, a causa del forte indebitamento e diversamente dai paesi più ricchi, li sprofondò in una drammatica crisi debitoria. Oltre allo shock petrolifero che produsse un aumento del greggio di oltre 20 volte rispetto al prezzo precedente e dunque un brusco rialzo del costo delle importazioni, concorsero allo sviluppo della crisi debitoria altri due fenomeni che si rivelarono devastanti per le finanze di questi stati. Il primo fu il crollo dei prezzi delle materie prime, di cui questi paesi erano principali esportatori, a seguito del crollo della domanda provocato dalla crisi energetica e, dunque, il crollo delle entrate necessarie per il rimborso dei debiti….

Le radici economiche dei conflitti
Salutati / 14 Ottobre 2022

Il 1492, anno della “scoperta” dell’America da parte di Cristoforo Colombo, è l’anno che segna la fine del Medioevo e l’inizio dell’Età Moderna, dando il via in Europa ad una serie di importanti cambiamenti in tutti i campi, dalla cultura, alla religione, all’economia, ambito quest’ultimo caratterizzato dalla rivoluzione nelle attività produttive e commerciali, che portarono alla graduale trasformazione della ricchezza e, con l’affermarsi delle nuova classe mercantile e borghese, all’imporsi di una nuova visione della proprietà individuale dei beni materiali.  L’inglese John Locke (1632-1704) formalizzerà la ricomprensione del diritto di proprietà privata considerandolo, insieme al diritto alla vita e alla libertà, un diritto naturale, inalienabile, preesistente alla Stato che ha il compito di tutelarlo in modo assoluto. Locke spiega che sebbene la terra e tutte le creature inferiori appartengano in comune a tutti gli uomini, ognuno ha la proprietà della propria persona, sulla quale nessuno ha diritti a eccezione di egli stesso. Di conseguenza si può affermare che il frutto del lavoro della persona sia sua esclusiva proprietà. Su questa base il diritto di proprietà privata sarà riconosciuto e garantito fino ad oggi, sia pure con sfumature diverse, in tutti i paesi liberalisti e ad “economia di mercato” come ius…

Costruire la pace secondo la Dottrina sociale della Chiesa
Salutati / 12 Aprile 2022

Nel 1961, in Mater et magistra, Giovanni XXIII trattava di un nuovo fenomeno che chiamò “socializzazione”, intendendo con questo termine l’intensificarsi delle relazioni e dell’interdipendenza tra gli esseri umani all’interno di uno stesso Stato ed a livello globale (nn. 45 ss.). All’interno dello stesso Stato il Papa constatava, ad esempio, la quota crescente di spesa sociale alimentata dall’imposizione fiscale, che rende i membri di una società sempre più interdipendenti attraverso l’istruzione, l’assistenza sanitaria, i sistemi di sicurezza sociale e le varie altre forme che caratterizzano lo “Stato sociale”. A livello internazionale, all’inizio degli anni ’60, riscontrava sviluppi analoghi nel moltiplicarsi degli Stati, precedentemente colonizzati, che avevano conquistato una nuova indipendenza e che chiedevano di partecipare alla gestione collettiva del mondo aderendo all’ONU, senza tuttavia, per molti di essi, poter concretamente contribuire ad incidere realmente ed in modo equo nel processo decisionale (Francesco, Discorso all’O.N.U., 25.09.2015). Gli sforzi dell’umanità per una maggiore cooperazione e unità e le istituzioni che manifestano questo impegno sono considerati da Giovanni XXIII e dal magistero successivo “segni dei tempi” per la Chiesa, in quanto «ciò che di buono si trova nel dinamismo sociale odierno» in termini di movimento verso l’unità, di progresso della sana socializzazione e…