Vivere l’Anno della Preghiera 2024 sulle orme di sant’Alfonso
Sacco / 27 Febbraio 2024

Nella III Domenica del Tempo ordinario, il 21 gennaio 2024 Papa Francesco ha dato inizio ufficiamene all’Anno della preghiera. I prossimi mesi ci condurranno al Giubileo del 2025, ed è necessario preparare questo speciale anno di Grazia con una preghiera intensa, fervente, vera e sincera. Un intero anno dedicato non solo a pregare, ma anche a riscoprire il valore della preghiera personale e il suo assoluto bisogno nella vita di ciascuno, della Chiesa e del mondo intero. Quando si parla di preghiera si chiama in causa anche sant’Alfonso. Per due cose in particolare egli è noto ovunque: il canto “Tu scendi dalle stelle” e l’aforisma: “Chi prega si salva, chi non prega si danna”. Oggi come al tempo di Alfonso non possiamo negare la necessità della preghiera per ciascun credente. Le anime tiepide possono addurre tante motivazioni per giustificare lo scarso impegno nella preghiera, come: non so pregare, non ho il carisma della preghiera, non ho tempo, pregare è recitare formulette a memoria… non fa per me, che dico a fare le cose a Dio se lui già le sa, mi annoia! Alfonso da uomo saggio e conoscitore della fragilità dell’anima umana, per esortare alla preghiera compose un’opera dal titolo…

Sant’Alfonso Maria de Liguori: i suoi tempi e i nostri tempi
Salutati / 24 Aprile 2023

Nei giorni 21-22 marzo si è svolto a Roma un convegno in occasione dei 150 anni dalla proclamazione a Dottore della Chiesa (23 marzo 1871) di Sant’Alfonso Maria de Liguori (1696-1787) che, nella sua lunga attività, ha elaborato una proposta di vita cristiana in cui i suoi scritti di morale, spiritualità, dogmatica, pastorale, si fondono in una visione originale e unitaria. In particolare, il suo insegnamento morale appare come una pedagogia della vita cristiana volta alla «pratica della carità», proponendosi come la scienza e l’arte di condurre l’anima all’amicizia perfetta con Cristo, mediante la conformità alla volontà di Dio, grazie al «gran mezzo della preghiera» (L. Colin, 1971). La proposta alfonsiana rivolta al ceto popolare del suo tempo, ma non solo, attinge all’originalità stessa dell’annuncio cristiano, presentato con totale fedeltà al Vangelo e radicato nella riflessione patristica e negli scritti ed esperienze di autori e santi tra i quali spiccano Santa Teresa d’Avila e San Francesco di Sales. Tuttavia, raccogliendo gli aspetti tradizionali della spiritualità cristiana, Sant’Alfonso li rielabora e li ripresenta con un’arte che non si trova in nessun altro autore, caratterizzando la sua opera di un’originalità incontestabile. Infatti, non è tanto la creazione o la sintesi nuova di…

Maestri di morale e formatori di coscienza
Donato / 3 Febbraio 2023

Lo scorso 1° ottobre 2022, in occasione dell’incontro con i membri del Capitolo Generale della Congregazione del Santissimo Redentore, papa Francesco ha sottolineato alcuni elementi caratterizzanti la missione redentorista come l’essere «maestri di morale», l’essere «formatori di coscienza», carisma ereditato dal Fondatore – Alfonso M. de Liguori (1696-1787) – «che si è dedicato anche a queste cose, tra le altre». Tali aspetti – la coscienza e la sua formazione – saranno oggetto di rinnovata riflessione nel prossimo mese di marzo nell’ambito di un Convegno che si terrà in Accademia Alfonsiana sull’attualità della proposta morale del Dottore Zelantissimo, un’attività che si pone in continuità con quanto è già stato sviluppato nel corso dell’anno accademico 2020-2021 interamente dedicato al 150° della proclamazione di sant’Alfonso Doctor Ecclesiae e contrassegnato da un altro testo del Santo Padre, il suo Messaggio al Superiore Generale dei Redentoristi e Moderatore dell’Accademia. Anche in questo scritto, con accenti diversi, papa Francesco evidenzia la specificità appena ricordata – maestri di morale, formatori di coscienza – che contribuisce a qualificare l’azione apostolica dei redentoristi nella Chiesa ed evidenzia contestualmente come «il messaggio di sant’Alfonso […] patrono dei confessori e dei moralisti […] indica ancora con vigore la strada maestra per…

A servizio di una teologia morale matura, seria, cattolica. Il discorso di papa Francesco ai partecipanti al capitolo dei Redentoristi
Massaro / 27 Ottobre 2022

«State prestando un servizio a una teologia morale matura, seria, cattolica. E con un livello impressionante, un livello accademico molto alto». Queste parole, pronunciate da papa Francesco nel suo discorso a braccio ai partecipanti al capitolo generale dei Redentoristi il 1° ottobre scorso, credo inorgogliscano non solo il corpo docente dell’Accademia Alfonsiana, ma chiunque, nei banchi di questa grande istituzione accademica, ha avuto e ha la gioia di formarsi. Le parole del pontefice, tuttavia, oltre a risuonare lusinghiere, colgono in profondità la peculiarità dell’impostazione teologico-morale che, ormai dal 1949 (anno della sua fondazione), l’Accademia offre ai suoi studenti, in obbedienza allo stile di sant’Alfonso Maria de Liguori, e, al contempo, propongono ulteriori spunti per indirizzare la riflessione e l’insegnamento dell’etica teologica. Una teologia morale “matura” La maturità della riflessione teologica non si misura soltanto sulla base dei risultati prodotti in termini di libri, articoli o corsi accademici. Nell’indicazione del papa appare chiaro che è matura una teologia morale che si intreccia con la prassi pastorale: «Maestri di morale – dice Francesco –, ma maestri di morale anche nel catechismo dei bambini, nel confessionale…». Ricordiamo bene la diagnosi impietosa che lo stesso pontefice riservò alla teologia morale in Amoris laetitia –…

Pensieri alfonsiani su san Giuseppe
Sacco / 19 Marzo 2021

Una caratteristica della personalità di Sant’Alfonso emerge studiando le sue opere, sia morali che pastorali o spirituali, cioè l’empatia. Studioso e pastore ha saputo “stare con la gente”, “sporcarsi le mani con il fango della strada”[1]. Questa dote gli ha permesso da un lato di scrutare il cuore delle persone, comprenderne i limiti e le potenzialità, dall’altro comprendere il Mistero di Dio e delle persone coinvolte nella Redenzione, Maria e Giuseppe in particolare. Certo il ricorso a Giuseppe nelle opere alfonsiane non è sistematico quanto quello a Maria, tuttavia verso il custode del Redentore ha nutrito un’appassionata devozione: «Il solo esempio di Gesù Cristo, che in questa terra volle così onorare e soggettarsi a San Giuseppe, dovrebbe infiammar tutti ad essere molto divoti di questo gran santo»[2]. Che cosa avrà provato Giuseppe, chiamato a una missione unica: prendersi cura del Verbo di Dio incarnato e della donna scelta per esserne madre? Se dolci devono essere stati i colloqui tra Giuseppe e Maria nel viaggio verso Betlemme, amara deve essere stata la mortificazione che egli come uomo deve aver provato nel non trovare un posto caldo e sicuro dove farla partorire. Quale consolazione può aver dato al suo cuore l’invito di…