Pensieri alfonsiani su san Giuseppe
Sacco / 19 Marzo 2021

Una caratteristica della personalità di Sant’Alfonso emerge studiando le sue opere, sia morali che pastorali o spirituali, cioè l’empatia. Studioso e pastore ha saputo “stare con la gente”, “sporcarsi le mani con il fango della strada”[1]. Questa dote gli ha permesso da un lato di scrutare il cuore delle persone, comprenderne i limiti e le potenzialità, dall’altro comprendere il Mistero di Dio e delle persone coinvolte nella Redenzione, Maria e Giuseppe in particolare. Certo il ricorso a Giuseppe nelle opere alfonsiane non è sistematico quanto quello a Maria, tuttavia verso il custode del Redentore ha nutrito un’appassionata devozione: «Il solo esempio di Gesù Cristo, che in questa terra volle così onorare e soggettarsi a San Giuseppe, dovrebbe infiammar tutti ad essere molto divoti di questo gran santo»[2]. Che cosa avrà provato Giuseppe, chiamato a una missione unica: prendersi cura del Verbo di Dio incarnato e della donna scelta per esserne madre? Se dolci devono essere stati i colloqui tra Giuseppe e Maria nel viaggio verso Betlemme, amara deve essere stata la mortificazione che egli come uomo deve aver provato nel non trovare un posto caldo e sicuro dove farla partorire. Quale consolazione può aver dato al suo cuore l’invito di…