Messaggio del Preside: Santa Pasqua 2024

Messaggio del Preside: Santa Pasqua 2024

Nel vederlo crocifisso…

l’augurio alla comunità accademica: Docenti, Studenti, Collaboratori e Amici del Pontificio Istituto Accademia Alfonsiana

Pasqua 2024

Alfonso M. de Liguori (1696-1787) ha saputo raccontare in modi differenti la sua esperienza “con” Dio: da pastore, da fondatore, da moralista e scrittore di opere ascetico-spirituali, da musicista e poeta. Poco, forse, lo si conosce come pittore. Alle immagini, il Santo Dottore affida, riconoscendola, una funzione particolare. Un valore evocativo. La capacità di comunicare in modo immediato il contenuto di fede ad ogni fedele in Cristo e in modo particolare ai più abbandonati. Con le immagini, accanto ad altri “mezzi”, il Dottore Zelantissimo intende emozionare, commuovere il cuore dell’uomo così da condurlo all’amore di Dio amantissimo.

Molto cara a sant’Alfonso è la “raffigurazione” del Gesù sofferente. Una tela dipinta negli anni della giovinezza. Una rappresentazione del Cristo crocifisso che, certamente, tocca il cuore e la mente di chi si ferma a guardare[1].

Anima mia, – scrive il Santo in un ciclo di meditazioni pasquali – alza gli occhi e guarda quell’uomo crocifisso. Guarda l’Agnello divino già sacrificato su quell’altare di pena. Pensa che egli è il Figlio diletto dell’Eterno Padre e pensa che è morto per l’amore che ci ha portato. Vedi come tiene le braccia: sono stese per abbracciarti; il capo chino per darti il bacio di pace; il costato aperto per riceverti nel suo cuore. Che dici? Merita di essere amato un Dio così amoroso?[2]

Il de Liguori invita lo spettatore a non rimanere inerme dinanzi al “Crocifisso”, ma ad alzare gli occhi, a guardare, a pensare… ad amare. Un invito analogo è risuonato in tempi più recenti nell’aula Paolo VI, nel corso dell’incontro della comunità accademica delle Università e Istituzioni Pontificie Romane con papa Francesco (25.02.2023). In tale occasione il Santo Padre ha chiesto ai presenti di volgere l’attenzione sulle mani del Cristo che domina l’aula.

Sono come quelle di un maestro di coro – ha esclamato il Pontefice – la destra è aperta: dirige tutto l’insieme dei coristi e, tendendo verso l’alto, sembra chiedere un crescendo nell’esecuzione. La sinistra, invece, pur rivolta a tutto il coro, ha l’indice puntato, come per convocare un solista, dicendo: “Tocca a te!”. Le mani del Cristo coinvolgono al tempo stesso il coro e il solista, perché nel concerto il ruolo dell’uno si accordi con quello dell’altro, in una costruttiva complementarità[3].

Il rimando alle due opere consente di ricordare, rivitalizzandone la memoria, che la morte in croce è molto di più di un “gesto” privo di senso, di un “atto” autoreferenziale e vissuto in solitaria. È un evento che invita perennemente alla partecipazione attiva e che impegna – parafrasando papa Francesco – «le tre intelligenze che vibrano nell’anima umana: quella della mente, quella del cuore e quella delle mani, ciascuna con il suo timbro e carattere, e tutte necessarie. Linguaggio della mente che sia unito a quello del cuore e a quello delle mani: quello che si pensa, quello che si sente, quello che si fa»[4].

L’augurio, dunque, per questa Santa Pasqua, è che il nostro “fare” teologia si lasci perennemente toccare dal Mistero pasquale, che il nostro “guardare” sia sempre più quello del discepolo «il quale con stupore sempre nuovo riconosce che Cristo, “proprio rivelando il mistero del Padre e del suo amore svela anche pienamente l’uomo a sé stesso e gli manifesta la sua altissima vocazione” (Gaudium et spes, n. 22)»[5], e che il nostro “pensare” sia ancor più sapienziale, «non astratto e ideologico, ma spirituale, elaborato in ginocchio, gravido di adorazione e di preghiera; un sapere trascendente e, al contempo, attento alla voce dei popoli, dunque teologia “popolare”, rivolta misericordiosamente alle piaghe aperte dell’umanità e del creato e dentro le pieghe della storia umana, alla quale profetizza la speranza di un compimento ultimo»[6].

A tutti e a ciascuno l’augurio di una Santa Pasqua di Resurrezione e di Pace

Antonio Donato, C.Ss.R.
Preside

 

[1] Cf. E. Marcelli, «Alfonso Pittore», in V. Ricci (ed.) Alfonso M. de Liguori. Maestro di vita spirituale, Gribaudi, Milano 1998, 79-86.

[2] Alfonso M. de Liguori, Quindici meditazioni sulla passione di Gesù Cristo da farsi per 15 giorni cominciando dal Sabato di Passione sino al Sabato Santo, in Opere ascetiche, V: Passione di Nostro Signore Gesù Cristo, Redentoristi, Roma 1934, med. XVI, 379

[3] Francesco, Discorso ai Rettori, Docenti, Studenti e Personale delle Università e Istituzioni Pontificie romane, Aula Paolo VI, 25.02.2023.

[4] Ibid.

[5] Francesco, Discorso ai membri della Commissione Teologica Internazionale, Sala del Concistoro, 24.11.2022.

[6] Francesco, Ad theologiam promovendam, Lettera apostolica con la quale vengono approvati i nuovi statuti della Pontificia Accademia di Teologia, Città del Vaticano, 1.11.2023.